Con il termine emotional branding intendiamo la connessione che avviene a livello emotivo tra brand e persone costruendo un rapporto di fiducia e fedeltà.
Cosa accomuna l’ emotional branding e Aristotele?
Le persone si vogliono sentire parte di qualcosa e l’emotional branding ha lo scopo di ancorare un marchio alla coscienza e alla vita delle persone attraverso un’influenza emotiva: fiducia, lealtà e rispetto, sono questi i legami che distinguono un brand dai suoi concorrenti.
Perchè scegliamo un prodotto rispetto ad un altro?Perchè se nominiamo prodotti come Tesla o Apple si concretizzano davanti ai nostri occhi i loro prodotti?
Tutto ciò si chiama Emotional Branding.
Aristotele che c’entra con tutto ciò? Te lo spiego subito.
I tre pilastri della retorica descritti dal filosofo sono in qualche modo i fondamenti delle tecniche di emotional branding: ethos, pathos e logos.
Ethos:
Nell’emotional branding l’ethos indica la comunicazione della credibilità e del carattere morale.
I marchi non solo devono convincere per la qualità dei propri prodotti ma anche per i valori etici e morali che possiedono.
Tendiamo infatti ad ascoltare di più un esperto o le figure che percepiamo autorevoli in un determinato contesto o materia.
Fare appello all’ethos dunque ci permette di godere di una forma di autorevolezza e credibilità nei confronti del pubblico.
Pathos:
Il pathos attira l’attenzione dei clienti attraverso emozioni ed esigenze mirate.
Tra queste troviamo il senso di urgenza all’acquisto, la paura di perdere qualcosaA condizione che sia fatto con attenzione e non faccia sentire il consumatore come se le proprie emozioni fossero manipolate.
Con l’uso di un determinato vocabolario visivo e musicale, un marchio può suscitare già alla prima impressione emozioni forti: stupore, curiosità, amore, paura, speranza e sicurezza e costruire un rapporto diretto.
Le emozioni stabiliscono il 95% di tutte le decisioni d’acquisto e perciò il pathos è uno dei punti più importanti dell’emotional branding.
Logos:
Logos dei tre è il pilastro più persuasivo di Aristotele ed è anche il più dipendente dagli altri.
Ha l’obiettivo di rafforzare il legame emotivo dei clienti attraverso argomenti convincenti e razionali.
Dopo aver aumentato la ricettività attraverso le emozioni e aver risvegliato l’interesse, un prodotto deve essere comunque in grado di convincere per la qualità e le prestazioni.
In conclusione tutti e tre i principi di Aristotele non devono essere applicati a ogni situazione. Tenerli a mente quando si costruisce una strategia emotiva può sicuramente aumentare la propria abilità persuasiva.
In conclusione tutti e tre i principi di Aristotele non devono essere applicati a ogni situazione. Tenerli a mente quando si costruisce una strategia emotiva può sicuramente aumentare la propria abilità persuasiva.